Come il limone, anche l'arancio è una coltivazione tradizionale della Penisola Sorrentina, risalente addirittura al 1300; allora costituiva una notevole fonte di reddito, poiché alimentava un'intensa corrente di esportazione diretta, via mare, ai principali mercati italiani ed europei, cosicché nei secoli la sua coltivazione si è ampliata e perfezionata. E come per i limoneti, anche gli aranceti sono protetti dal vento e dal freddo dai caratteristici pergolati che, ritardando la maturazione dei frutti, consentono di raccogliere il prodotto in primavera inoltrata. L'arancia di Sorrento è caratterizzata dalla buccia abbastanza spessa, dall'abbondanza di semi e di succo e dal calibro piuttosto elevato. Il succo di quest'arancia è consumato da secoli, come spremuta, presso i caratteristici chioschi degli acquafrescai napoletani.
Le arance bionde sorrentine sono l'ingrediente base di molte ricette tradizionali sorrentine. Una di queste è la marmellata di arance di Sorrento, spalmabile e con piccoli pezzi di polpa e di scorza: il colore è quello naturale dell'arancia bionda. Questo composto è privo di conservanti, coloranti, addensanti e correttori. La preparazione consiste nella cottura per circa un'ora delle arance sbucciate con la sola aggiunta di zucchero. La conservazione avviene mediante vasetti sterili di vetro. Un prodotto tradizionale a base di arance di Sorrento è lo sciroppo di arancia bionda, ottenuto dalla macerazione delle bionde sorrentine, addizionato di zucchero e infine filtrato. Tale prodotto tradizionale è destinato alla vendita in mercati locali. Un altro prodotto tipico della tradizione è il liquore di arance, simile al limoncello, ottenuto con lo stesso processo con la differenza nell'utilizzo di scorze di arance al posto di quelle di limone, per l'infuso.
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